sabato 16 maggio 2015

Emozioni Senza Confini

Il cielo buio pesto, la luna visibilmente velata, le stelle non sorridono, il giorno precedente un forte acquazzone ha rinfrescato l’ aria abbattendo come mosche una miriade di batuffoli di polline. Verso le 03:00 la macchina è carica e durante tutto il tragitto non c’è anima viva. Il viaggio è con lo SW e non posso fare altro di chiedermi come troverò la strada sterrata arrivato sul posto.






Livello Idrometrico Fluviale del Bacino


Posso solo guidare sperando di trovare condizioni ideali. Appena arrivo trovo con sorpresa che la strada è percorribile senza grande fatica così posso parcheggiare e scaricare l’ attrezzatura.




Dal cielo buio fanno capolino alcune stelle, il tempo sta volgendo al meglio, questo durante il giorno potrebbe rivelarsi un problema con il caldo afoso dell’ estate che si avvicina.




Basta poco per capire che l’ acqua è torbida ed in aumento e si può scorgere fogliame, rami e matasse di polline che galleggiano seguendo la corrente verso valle.




Montiamo quattro canne in direzione della corrente mentre la quinta più leggera è adibita per due lanci a spinning che utilizzerò durante l’ attesa.

Oggi è caccia grossa.



La Luna colpita da un razzo sembra che stia precipitando


Tre delle quattro canne da fondo sono adibite per la ricerca di grossi predatori, attrezzatura impegnativa con enorme riserva di potenza per poter estirpare qualunque cosa dalle forti correnti mente la quarta canna è adibita ai pesci che io definisco “disturbatori” ovvero pesci di taglia piccola e media che potrebbero infastidire l’ azione di pesca delle canne più potenti.




Batteria in posizione pronta a colpire


L’ alba non è ancora arrivata ed io ho già messo in pesca le canne da fondo.

Osservando con attenzione scorgo diverse bollate in superficie e qualche inseguimento di predatori verso pesciame più piccolo alchè decido di effettuare due lanci con artificiale per vedere se le mie esche possano interessare qualche aspio affamato nell’ ultimo aperitivo della nottata.




Lancia che ti rilancia l’ interesse è scarso anche dopo avere cambiato una quarantina di esche tra siliconiche ed hard bait.

Pochi inseguimenti agli artificiali e solo due toccate all’ esca che mi fanno capire la svogliatezza degli esemplari.


                    




Le condizioni dell’ acqua torbida con visibili scie turbolente di particelle di sabbia non aiuta la visibilità delle esche così decido di fermarmi per alcune fotografie del sole che sta sorgendo.

Finora le canne da fondo tacciono tutte.

Il sole in cielo si fa alto mentre le nuvole si diradano, il caldo incomincia a farsi sentire, fortunatamente verso le 10:30 una leggera brezza rinfrescante comincia a soffiare da Nord Ovest il che ci permette di rimanere con le canne posizionate senza avere lo svantaggio di essere assaliti dal caldo e dagli insetti che oramai stanno tornando ad essere gli incontrastati padroni delle zone fluviali.




Verso l’ inizio del pomeriggio senza avere visto nemmeno una toccata alle canne decidiamo di smontare l’ attrezzatura, finisco il mio ultimo sorso di birra per decidermi ad alzarmi dalla zona d’ombra sotto la quale mi ero seduto e dirigermi verso i cannoni.









Prima di smontare do un ultimo sguardo al fiume e nel mentre un fremito ci fa sussultare, la canna adibita ai pesci “disturbatori” ha un violento contraccolpo, il quale, se non vi fosse stato il picchetto artigianale fatto preparare appositamente per casi del genere e posto sul calcio delle canne avrebbe fatto cadere il grezzo in acqua.




Resto immobile, mi fletto sulle ginocchia portandomi al fianco della canna e come fossi nel Far West porto la mano destra verso il calcio della canna ormai diventata la mia Colt.










Altre due toccate fanno muovere la cima della canna ma io resto ancora immobile.
I secondi passano interminabili ed ecco che un nuovo violento colpo fa flettere l’ intera attrezzatura come se fosse stata lanciata, in un secondo sfilo il picchetto dal terreno e ferro con una decisione tale da fulminare il superpredatore all’ altro capo.




La partenza è impressionante, impossibile frenarla, lo lascio correre con la frizione del mulinello ancora da tarare non sapendo l’ effettiva dimensione del pesce.

Ad un certo punto il corridore smette di prendere filo e si inchioda al fondale, non c’è verso di smuoverlo.




In queste fotografie sotto il sole che batteva sono entrato in versione Lawrence d'Arabia






L’ unica cosa che mi martella in mente è il fatto che tra tutte le canne posizionate proprio quella adibita ai pesci di piccola/media taglia doveva interessare un pesce del genere.

Il terminale in nylon è sotto forte stress, così come tutti gli altri componenti.

Forzo un po' per vedere la sua reazione facendolo passare da uno stato nervoso ad uno brutalmente incavolato, ecco infatti che riprende la corsa ma riesco a tenerlo sotto controllo.




Incomincia così un tira e molla snervante, lui continua ad entrare in corrente ed io continuo a trascinarlo fuori, dopo circa 20 minuti cerco ancora di non forzarlo per non fare cedere nulla, preferisco sfiancarlo per portarlo verso riva, ogni volta che si ferma colgo l’ occasione per guadagnare pochi centimetri recuperando filo.




Passano i minuti che diventano interminabili ma l’ adrenalina è molta ed il divertimento infinito.
Alla fine, sentendo di averlo sfiancato riesco a portarlo verso di me, eccolo, è sotto la prismata ma con l’ acqua completamente caffè latte è impossibile vederlo.





Nessuno dei due sa chi c’è all’altro lato del filo.

Alla fine rischiando lo faccio affiorare e per la prima volta durante tutto il combattimento ci vediamo negli occhi.






Un bellissimo esemplare di siluro !




 Finalmente ce l’ abbiamo fatta !




L’ abbiamo fregato !

La cosa più eccitante è l’ esserci riusciti da autodidatti, catturandolo da terra, montature e tecniche. Niente ausilio di barche, motori a scoppio od elettrici, niente feromoni od eco scandagli !




Il mio collega da manuale lo afferra per la mandibola inferiore saldamente, il pesce cerca di divincolarsi roteando su se stesso come un coccodrillo ma sapendo già come si sarebbe comportato con un movimento torcente stoppa il tentativo di fuga fin dal principio !



Species: Silurus glanis (Common Name: Siluro – Wels Catfish)
Family: Siluridae


Lo prendo in mano, lo isso a terra, la posizione è particolarmente scomoda, è pesante e per non causargli uno sbalzo termico che potrebbe essergli letale decidiamo di non tirarlo a terra completamente ma di rimanere sulla prismata di sassi.



Militare.

La livrea speciale che gli permette la completa mimetizzazione in caccia, una delle più belle livree di un pesce che abbia mai catturato.




Con ogni cura effettuiamo le fotografie di rito, infine lo adagio in acqua, si ossigena e con una pinnata il rilascio è completo.




Ora l’ obiettivo è solo uno, cercarlo, trovarlo e catturarne un’ altro !



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