domenica 8 aprile 2018

Lo Sfregiato


Giugno 2017, pochi giorni dopo l ultima nottata con la voglia di muco da siluro si decide di tornare sul fiume. 

Le condizioni dell’acqua sono buone per posizionare diversi montaggi a pietra in circa 5 metri d’acqua di cui uno molto vicino ad un tronco sommerso con un dislivello di 6,8 metri.




Dopo la ricerca delle esche è il momento della posa !





Il caldo afoso del pomeriggio non ci scoraggia ma ci sprona sperando che verso la serata l' acqua si raffreschi anche solo di pochi gradi per far si che i grossi predatori si mettano in movimento col buio.

Posizionare le esche in modo più naturale possibile e che sembrino in difficoltà è fondamentale.

Con questo caldo i tafani affamati sono aggressivi anche con insetti più piccoli ed eseguono abbracci mortali !





Verso le ore nel quale il sole è già calato oltre il filare degli alberi abbiamo la prima partenza sulla pietra a 5.2 metri d’acqua. Questa prima partenza avrà esito negativo e porterà allo slamatura del pesce nel sotto barca.

Attendiamo speranzosi una nuova partenza sapendo di aver calato le esche nel migliore dei modi.

BUMMMM !!!

Nemmeno il tempo di posizionare la schiena in orizzontale sul materassino che parte la canna posizionata proprio a ridosso del tronco a 6.8 metri ! Parto fuori dalla tenda sparato e ferro subito il pesce , non gli do nemmeno 30 centimetri di spazio sapendo che potrebbe infilarsi in qualche punto del tronco, lo pompo 4, 5, 6, 7 volte finchè non lo porto in zona di sicurezza o come la chiamo io in zona d’ ombra.




L’esemplare effettua 1, 2, 3, 4 ripartenze, cerca di prendere il fiume disancorandomi sull' ancora posteriore della barca e girandola verso l’esterno fiume facendo perno su quella anteriore.

Allentiamo le frizioni dei montaggi ancora posizionati verso il centro fiume per far si che non si rompano i terminali dello 0,70 e restare in piena pesca anche dopo la cattura di questo esemplare.

Riesco a gestirlo, si calma e lo riporto vicino a me.

Lo prendiamo,  un colpetto sul muso per vedere se è calmo, non ne vuole sapere, lo afferriamo per la mandibola con due mani saldamente ma come un coccodrillo effettua due giri su sé stesso e si divincola ripartendo come un folle verso il centro fiume, lo riesco ad assecondare nuovamente giocando di punta con la canna, la frizione e gestendo la bobina con la mano, lo riesco a far avvicinare nuovamente ed al secondo abbordamento siamo ancora più decisi nel non perderlo effettuando una ferrata poderosa e salda !




Il grosso pesce incazzato e potente è a bordo ! Non prenderà la fuga nuovamente.
Effettuiamo le fotografie rituali, lo idratiamo per bene e poi come prassi lo adagiamo in acqua dolcemente ossigenandolo.




Appena sento le sue energie tornare e la sua voglia girarsi verso la corrente lo lascio dolcemente e lui con un leggero tocco di coda mi saluta il palmo della mano.

Un serale saluto !

Mario