Eggià, ultimamente
con la voglia di qualche piccolo predatore mi reco come mia consuetudine all’
Idroscalo di Milano.
Quest’ anno l’ incontro consueto con i “Tylwyth Teg” delle
acque dolci invernali non è andato come preventivato. Con i tanti cambiamenti e
sconvolgimenti nei quali sono dolcemente caduto negli ultimi periodo ho
preferito perfezionarmi su prede ben più importanti in previsione della stagione
futura.
Naturalmente i risultati sono già arrivati ma di questo ne parleremo
nei prossimi racconti.
Invece
volevo spostarmi sul discorso sempre piccole catture nell’ ambiente del circondariato Milanese. Vorrei quasi esclamare a grande voce che
finalmente ce l’ ho fatta.
Comunque sia, stranamente non ho visto nemmeno un
pesce. Se non qualche sagoma indistinta. Ombre sommerse che forse sono solo
nella mia testa.
Non c’è giorno, anzi ora nella quale non pensi alla pesca. Si
sa, ormai è una malattia specifica. Probabilmente chi ama questo tipo di
attività se lo porta dentro dai millenni passati nei quali l’ essere umano ha
sempre pescato per ricercarsi il cibo.
Ora non è più sinonimo di sussistenza ma
comunque sia ci è rimasto dentro, od almeno, è rimasta ancora qualche traccia nei geni di alcuni di noi.
Detto questo
le uscite effettuate sono state tutte a spinning. Artificiali grandi, piccoli,
microscopici, gomme, hardbait e via dicendo. Nemmeno uno !
Comunque lo
so, non ci sono solo i pesci. Per esempio, nelle ultime uscite sono riuscito ad
imbattermi in qualcosa che credo sia molto raro. Un branco di nutrie albine.
Sembravano confetti. Bellissime. Tranquille, pacate e pacifiche mi hanno fatto
una grande tenerezza. A mio avviso dovrebbero
essere tutelate.
E vogliamo parlare delle simpatiche tartarughe ?
Detto questo
ce l’ ho sempre avuta a “morte” contro quei cavedani che sguazzano all’ Idroscalo sulla superficie dell’ acqua facendosi beffa dei pescatori. Lancia che
ti rilancia ti passano sempre sotto il naso senza degnare di uno sguardo nemmeno
un’ esca.
E di cavedani a spinning
qualcuno ne ho preso. Ma non all’ Idro ! Mai ! Questa volta però mi sono
rifatto, ne ho fregato uno proprio in quelle acque nelle quali non ci avrei mai
creduto sui ciprinidi ! Nelle profondità, a circa 4 metri di fondale ! Con una delle mie
esche preferite, color Chartreuse !!! Che goduria, finalmente t’ho beccato !