domenica 29 marzo 2015

La Primavera E' Alle Porte

La giornata si preannuncia fin dall'inizio difficile, le temperature dall’ ultimo sabato si sono alzate notevolmente e questo cambiamento repentino potrebbe avere influenzato non poco le abitudini dei pesci, la fase lunare per giunta non è delle migliori mentre sul fiume si staglia una fitta coltre di nebbia formatasi dallo sbalzo tra temperatura dell’ acqua e dell’ aria.



Le prime simpatiche Api escono all' aperto


L’ attività è molto scarsa, solo rare e lievi bollate sulla superficie dell’ acqua mi fanno presagire che i pesci preferiscano restarsene rintanati sul fondale piuttosto che avventurarsi negli strati d’acqua più tiepidi.




L’ azione di pesca è rivolta al gruppo dei soli ciprinidi, per invogliarli a commettere il fatale errore di ingoiare l’ esca utilizzo un feeder da 100 grammi per restare saldamente ancorato al fondale melmoso riempito di pastura al formaggio e granulati di mais. Come esca principale un ciuffo di bigattini puntati sui miei fidati ami Drennan serie Wide Gape.




Nel mentre ci accorgiamo subito che troppi sono stati i cambiamenti dell’ ultima settimana riscontrabili anche nel comportamento degli animali di superficie, cinguettii di volatili di ogni specie si sono risvegliati dal torpore del freddo invernale mentre i conigli incominciano ad uscire allo scoperto dai loro nascondigli in orari insoliti. 




Species: Abramis brama (Common Name: Brema – Bream)
Family: Cyprinidae
Weight: Kg 2.375 - Lb 5.24
Rod: Mitchell Privilege PRO – 30T Carbon – 120-140 gr 
Reel: GF 860 King
Line: Trabucco TForce 0.40 mm
Terminal Line: JTM Proton 0.18 mm
Hook: Drennan Wide Gape size 6
Feeder: MClass 100 gr
Bait: Maggots


Se vi sono così tanti cambiamenti in superficie chissà nelle profondità dei fiumi dove i pesci sono già di per loro lunatici come nessun altro essere vivente.





Durante questo fiume di pensieri qualcosa si muove finalmente, la canna appoggiata al treppiede si inclina e, non aspettando altro ferro con decisone estirpando dal fondale colui che ha distolto la mia attenzione dai miei pensieri.


Non si dimena molto, penso di averlo agganciato in un punto della bocca dove gli fa più male e questo lo rende più calmo facendogli fare poche sfuriate per cercare di tornare in profondità.
Dopo pochi minuti arriva a portata di guadino ed è dentro.




E’ una grande bella brema che con un peso di 2 kg e 375 grammi sfonda il mio record precedente.
Anche lei come le sue compagne ha qualche tubercolo nuziale per non parlare della pancia rigonfia !

Non la tengo fuori dall’ acqua per molto, il tempo di qualche fotografia ricordo ed appena la appoggio per la riossigenazione parte a razzo !




La difficile giornata è salva, posso tornare a casa con piacere anche solo avendo fatto un pesce che per me è record.

Naturalmente non ci si può non fermare ad ammirare i preziosi fiori di un amareno appena sbocciati, la primavera è ormai ai bastioni.



Amareno - Prunus Cerasus


domenica 22 marzo 2015

Gold River Carp

Passata l’ influenza e dopo una convalescenza durata pochi giorni per via di una piccola operazione l’ impazienza di pescare è molta. Le mie attenzioni ricadono sulla ricerca di un pesce che non mi ha mai attirato particolarmente ma che ora voglio insidiare a modo mio senza l' ausilio di tutte le attrezzature specifiche o quelle esche diaboliche come le boilies ai gusti esotici o con abbinamenti da ristorante che si trovano sul mercato per questo genere di pesca.

Solo montature preparate a casa, canne potenti e mulinelli dalle buone qualità. L’ importanza come sempre è il non sottovalutare l’ avversario per non mettere a repentaglio la cattura e soprattutto per non lasciare in bocca al pesce un bel piercing che potrebbe comprometterne la salute.

L'esemplare che sto ricercando è la carpa regina o chiamata anche carpa comune.




Resto allibito dalle tante bocche esaltate che sparano solo fiato secondo le quali una bella od eccezionale cattura è fatta solo se rapportata ad attrezzature sottodimensionate come terminali dello 0.10 o simili. E’ come andare ad una battuta di caccia di un’ elefante con la carabina ad aria compressa....

Ma preferisco restare fuori dagli schemi mentali di certi personaggi come è nella mia natura.

Per quanto riguarda le esche ricado sulla scelta di quelle che amo di più, naturali, soffici per l’ apparato boccale della preda ed estremamente attiranti. Naturalmente parlo di un bel fiocchetto formato da camole ed un segmento di lombrico come esaltatore di sapidità e di colore.

Preparata l’ attrezzatura l’ unica cosa che rimane da fare il giorno della sveglia è mettere in pratica lo studio effettuato nei giorni precedenti.


La prima ora passata sul fiume trascorre senza risultati ma ad un certo punto la canna riceve un sussulto. Mi avvicino per avere maggiore visibilità di ciò che succede, il filo inizialmente in tensione entra in bando così decido di ferrare sentendo subito una forte trazione proveniente dall'altro capo.

Una fuga repentina ed inconfondibile mi fa sussultare, taro la frizione al momento ma come mio solito preferisco modularla nel mentre del combattimento trattenendo la bobina con le dita della mano e rischiando di amputarmi una falange.



Species: Cyprinus carpio (Common Name: Carpa Comune o Regina – Common Carp)
Family: Cyprinidae
Measure: Cm 86 - Inch 33.88 
Weight: Kg 10.06 - Lb 22.18
Rod: Mitchell Privilege PRO – 30T Carbon – 140-180 gr 
Reel: Abu Cardinal C 806
Line: Trabucco TForce 0.40 mm
Terminal Line: JTM Proton 0.25 mm
Hook: Drennan Wide Gape Specialist size 6
Bait: Waxworm + Worm


Lascio correre il mio avversario che mi da filo da torcere entrando in corrente, è peggio di un velocista, le accelerazioni che sprigiona sono repentine e fulminee perfette per fare saltare un’ attrezzatura impreparata.




Continuo a ripetermi che la parte difficile, quella di fregare il pesce in furbizia è stata portata a termine. La carpa infatti è conosciuta oltre che per la resistenza che oppone alla cattura anche per la sua estrema diffidenza. Se durante la ricerca del cibo davanti all’ esca sente anche la minima presenza dell’ amo o del filo può decidere in una frazione di secondo di non toccare il cibo od addirittura di sputarlo senza allamarsi.




Dopo qualche minuto finalmente la corsa si arresta ed il pesce tende a risalire verso la superficie. E' lontano ed ancora non lo vedo bene, distinguo solo delle larghe pinne colore rosso, so di averla presa ma finchè non la vedo non mi pronuncio sul verdetto.




Appena la porto sottoriva non sto più nella pelle, ho trovato quello che cercavo, una bellissima regina di fiume, una carpa comune. 



L' oro del fiume.


Prima di entrare a guadino, spaventata, riesce a trovare nuove energie e mi regala altre due partenze che assecondo dolcemente senza farle prendere troppe speranze.




Alla fine entra nella rete senza tante storie, la isso a terra e finalmente posso fotografarla per aggiungerla alla mia collezione.

La livrea è lucida ed abbina il colore oro alle pinne sfumate di arancione. Le scaglie mi impressionano, la pinna caudale è enorme e muscolosa ma ciò che mi fa più effetto è stata la strenua resistenza che ha opposto per portarla a riva.




La maneggio con cura senza schiacciarle l’ addome per non rischiare di danneggiarle le costole o gli organi interni, la tengo bassa a terra per impedire che mentre si agiti possa cadere come è importante fare con qualsiasi altro pesce. 

Alla fine l' adagio dolcemente in acqua. Nemmeno ha bisogno di riossigenzazione, mi scivola dalle mani, impaziente di tornare nel suo ambiente naturale.

Anche questo pesce risulta vulnerabile dalla classificazione IUCN. La carpa infatti è considerata a rischio d’ estinzione in natura.


IUCN (International Union for the Conservation of Nature)


Classificazione lista rossa IUCN


Avere catturato un tale esemplare in fiume e non in carpodromo canale o lago senza l’ ausilio di segnalatori acustici, canne specifiche e qunt' altro richiesto dal carpfishing è stata per me una esperienza bellissima perché ricercata e pescata nel suo vero ambienta naturale, in fiume e soprattutto in corrente dove può sviluppare la sua muscolatura ed essere ancora più impegnativa da portare a terra.

Alla fine a distanza di venti minuti a conferma delle montature corrette che avevo preparato catturo un’ altra carpa, più piccola ma non meno divertente. 





Le trovo il muso deformato probabilmente da una ferita o da un problema genetico ma nel complesso è estremamente in salute. 





Anche lei, come la sua compagna, dopo le fotografie, impaziente, torna con potenti pinnate nel suo ambiente naturale.



domenica 15 marzo 2015

Sorprese A Spinning

Otto giorni d’influenza tutti passati a lavorare, arrivato il sabato ancora con gli ultimi strascichi che mi hanno lasciato i batteri decido che la cura migliore è di andare a fare due lanci a spinning, una tecnica più leggera e semplice che non mi affatichi troppo come il ledgering o la passata.

Aria satura d’ossigeno e spazi aperti, niente muri e miasmi di smog che bruciano le narici ma profumo di muschio per balsamizzare i polmoni.

Montata la canna attacco con l’ esca più semplice di tutte, testina piombata da 3 grammi con softbait a falcetto.

Nemmeno due lanci che qualcosa prende filo e parte in diagonale. Penso subito ad un predatore vista la mangiata con annessa rocambolesca fuga in acqua non più alta di 15 centimetri  con fondo melmoso dove mai mi sarei aspettato una mangiata, uno, due, tre salti, credo sia un bass, sisi, è proprio un bass mi dico ma appena lo porto vicino mi accorgo subito che è un bel cavedano affamato. Mai visto un cavedano saltare così, forse sono complici i pochi centimetri d’acqua.




Fotografie, slamatura e rilascio immediato, nemmeno mi ringrazia anzi appena lo appoggio nel suo ambiente liquido schizza via lavandomi di fango ed acqua.

Dopo la pizzicata che gli ho dato non credo tornerà a mangiare tanto presto.




Il mio primo cavedano a spinning. Mi sono sempre chiesto come tutti gli altri spinner riuscissero a pescare i ciprinidi con le gomme, bene, oggi ne ho avuta la conferma !




Grande gioia, dopo una settimana tutta grigia questa cattura mi risolleva l’ animo, potrei anche tornare a casa se non fosse che sono arrivato da soli 5 minuti ! Cambio posto tanto ormai questo raggio d’acqua è bruciato con tutta la confusione fatta, passo al prossimo spot e riprendo a lanciare.
Sostituisco la soft bait con un falcetto bianco, solo due lanci e qualcos’ altro parte a razzo, ferro ma purtroppo il tutto va a vuoto. Non mi perdo d’ animo e vedendo l’ intensa attività dei pesci riprendo ad effettuare lanci a ripetizione come una mitragliatrice.




Altre due partenze a vuoto e capisco che i pesci stanno solo “sbocconcellando” svogliatamente l’ esca sulla parte terminale della coda senza mangiare di fatto l’ amo.
Faccio qualche altro metro per vedere se riesco a trovare una zona dove le mie esche siano più apprezzate dalle future prede, monto un amo piombato di qualche grammo più pesante ed utilizzo una soft bait con coda più corta così da non dargli la possibilità di smangiucchiarla senza incappare nell’amo. 

Al primo lancio con la nuova tattica buco il mio secondo pesce, parte sparato verso un groviglio di rami, serro la frizione ma per timore di fare esplodere il filo per la trazione non riesco a fermarlo del tutto e ci finisce completamente dentro. “Incaglio” penso......aspetto qualche secondo, muovo un po il filo delicatamente per non romperlo sfregandolo sui rami e dopo poco riesco a stanarlo, ecco che riparte con la fuga, non capisco cosa sia ma è divertente, molto divertente.




Forzo la canna comprata su di una bancarella al lago per una manciata di euro per testarla e sembra reggere più che bene, non sempre serve attrezzatura da pro staff per incannare un bel pesce. Il piccolo mulinello se la cava al meglio assecondando la canna con la frizione e finalmente il pescione si stanca. Eccolo sotto riva, il mio stupore è grande, un altro ciprinide, ma questa volta è una bellissima e generosa brema. 




Visibili i tubercoli nuziali tipici della frega di questi ciprinidi


Sarà piena di muco come tutte le altre breme mi dico e per la prima volta sono contento di non avere il guadino a portata di mano, poi però mi accorgo che ha i tipici segni della frega in corso, i cosiddetti tubercoli nuziali, infatti è piena di puntini butterati su tutto il corpo. La frega di questa specie avviene di solito tra maggio e giugno ma questa credo sia entrata in frega prima probabilmente grazie alle temperature favorevoli. Il corpo quindi non secernendo più il muco che la ricopre solitamente e viene sostituito da questi tubercoli.





Dopo la slamatura e le foto viene rilasciata con tutte le cure come sempre.



La conformazione delle pinne quando dispiegate formano un effetto falce bellissimo


Dalle 11:00 in poi non percepisco più segni di mangiate, verso le 12:00 nemmeno più un movimento e nemmeno una bollata, decido quindi che è tempo di smontare e tornare verso casa.

A pesca le giornate passano sempre serenamente, l' aria fresca aiuta sia nel fisico che nella mente.




domenica 1 marzo 2015

Il Grande Barbo Behemoth Dell'Adda

Il trillo della sveglia mi butta giù dal letto ma la prima cosa che faccio è  prendermela con comodo almeno per una volta, preparo il caffè ed un panino, mi infilo nel gibernaggio da pesca e con l’ alba che si alza mi appresto a salire in auto.

Per il fine settimana le previsioni meteo avevano fatto presagire bene lo svolgersi delle giornate, se tutto fosse andato secondo i calcoli oltre alle temperature miti sarei riuscito finalmente ad incappare anche in qualche raggio di sole che, soprattutto dopo l’ ultimo umidissimo week end  sicuramente sarebbe stato gradito.



Species: Barbus barbus (Common Name: Barbo Europeo – Berbel)
Family: Cyprinidae
Measure: Cm 86.15 - Inch 33.94 
Weight: Kg 6.824 - Lb 15.04
Rod: Berkley Catfish 2.40m +300 gr
Reel: GF King 860
Line: Trabucco TForce 0.40 mm
Terminal Line: JTM Proton 0.22 mm
Feeder: MClass 125 gr
Hook: Drennan Carbon Trebles – Barbed size 10
Bait: Maggot + Musca domestica (Mosca)


Guido fino al luogo di pesca ripassando l’ attrezzatura e le montature ed in un batter d’occhio ho già parcheggiato. C’è già chiarore in cielo, le giornate si stanno allungando con l’ arrivo della primavera così mi appresto a posizionare le canne e scegliere i pasturatori in base alle condizioni dell’ acqua e della corrente.




La scelta ricade su attrezzature potenti per contrastare i vortici d’ acqua, la canna che utilizzo è da me soprannominata “Balin” come il nano guerriero delle fantasie di J.R.R. Tolkien, canna corta ma potente con profondi solchi delle battaglie passate.

Ai primi lanci faccio alzare qualche airone in volo ma dopo una buona mezz’ ora nemmeno segno di una toccata.




Decido quindi di coprire un punto che non stavo sondando, lancio l’esca formata da bigattini e da due mosche intontite dal freddo e catturate nel retino rischiando l’ incaglio in prossimità di una formazione di rocce che sembra ottima per fungere da nascondiglio ed aspetto che succeda qualcosa.




Dopo una decina di minuti la punta della canna incomincia a vibrare, mi avvicino ma non succede nulla. Aspetto qualche istante per capire cosa stia accadendo e mentre scruto il cimino un’ altra vibrazione questa volta inconfondibile mi fa gettare sulla canna ferrando istintivamente !




La fuga mi obbliga ad inclinare la canna verso il basso ed appena apro la frizione la bobina inizia a girare senza più fermarsi. 

Dopo alcuni metri recuperati da me e diversi strattoni potenti da parte del mio avversario capisco che devo adottare una tecnica diversa, è un pesce energico e si da alla fuga con diversi movimenti a zig-zag, utilizzo quindi l’ anti reverse del mulinello che mi permette di recuperare e dare spazio al pesce solo muovendo la manovella del mulinello avanti od indietro. 




In questo modo riesco a dargli filo da torcere ma ancora non ho visto di che specie si tratta.

Certamente è forte punta il fondo con scatti fulminei ed imprevisti rischiando di rompere tutto se mi trova impreparato.

Ad ogni partenza una scia turbolenta di bollicine risale dal fondale.

Finalmente dopo alcuni minuti affiora in superficie, la pinna dorsale inconfondibile mi fa capire subito che è un barbo esagerato !!!




La potente pinna caudale che gli permette le veloci accelerazioni durante i combattimenti. Basta guardarla confrontata alla mia mano per capirne la grandezza . 

Vera e propria ingegneria della natura.

Al momento di guadinarlo mi accorgo che fa fatica ad entrare nel retino ma dopo qualche tentativo lo porto a terra.

Magnifico !




Solo qualche giorno prima i miei pensieri erano rivolti al fatto che quest’ inverno non ero riuscito a catturare nessun esemplare della famiglia barbus nemmeno di modeste dimensioni e, confrontandomi con gli anni passati la questione non tornava.




Naturalmente il servizio fotografico è d’ obbligo per documentare la lieta cattura.

L’ anno del signore 2015 non poteva aprirsi meglio per quanto riguarda la caccia al barbo, l’ anno passato il grande fiume in un’ afosa giornata estiva mi aveva regalato una  cattura record di un grande esemplare ma questo enorme barbo è per me un vero colpo da capogiro !

Dopo il rilascio qualche altro pesce arriva a guadino ed anche se di taglia di certo viene eclissato da questa belva d’acqua dolce che mi ha dato filo da torcere e che per mia grande felicità è tornata a nuotare libera nelle sue acque.




Behemoth (sezione centrale) - Incisione di William Blake


“Ecco il Behemoth, che io ho creato al pari di te;
mangia erba come il bue.
Osserva la forza dei suoi fianchi
e la potenza del suo ventre muscoloso.
Esso drizza la sua coda come un cedro,
i nervi delle cosce si intrecciano saldi.
Le sue ossa sono tubi di bronzo,
le sue vertebre come spranghe di ferro.
Egli è la prima delle opere di Dio;
solo il suo Creatore lo minaccia di spada.
Benché i monti gli offrano i loro prodotti
e tutte le bestie domestiche vi si trastullino,
egli si sdraia sotto i loti,
nel folto del canneto della palude.
Gli fanno ombra i loti selvatici,
lo circondano i salici del torrente.
Se il fiume si gonfia, egli non teme;
è sicuro, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
Chi mai potrà prenderlo per gli occhi,
o con lacci forargli le narici ? ”

(dal libro di Giobbe)