sabato 25 aprile 2015

Prime Trote Del 2015

Anche per me è arrivata l’ apertura della pesca alla trota, anche se di due mesi in ritardo, purtroppo non ancora in un torrente di montagna  ma le catture effettuate sono state certamente sorprendenti e gradite.





L’ azione di pesca ha visto l’ utilizzo delle camole del miele puntate con uno o due bigattini come esca principale, lanciando a filo della corrente con piombi da 50/60 grammi. In questa giornata plumbea e ventosa le abboccate non si sono fatte attendere.





Anche se trote iridee probabilmente rilasciate durante le semine sono state catture interessanti e sicuramente molto più combattive degli esemplari rilasciati in acque ferme. Le fughe erano repentine, le puntate verso il fondo sfuggenti ed i salti che effettuavano spettacolari colorando gli spruzzi d’acqua con le loro livree arcobaleno.




Tentando di portarla a guadino la più grossa è riuscita a sfuggire dalla rete per ben due volte svelandosi un’ avversario di tutto rispetto e facendomi credere di averla persa più d’una volta.

A sole alto nascosto dalle nuvole nel momento più caldo della giornata il fiume ha deciso di regalarmi una vibrazione sulla canna, diversa da quella dei salmonidi. Un bellissimo esemplare di cavedano viene strappato dalle acque scure grazie al terminale dello 0.18 utilizzato e dall’ amo Drennan Wide Gape taglia 6 con occhiello.

Pochi secondi prima di smontare un altro esemplare di iridea decide di provare le mie esche e di finire allamata, come sempre il pesce cade sull’ ultima canna rimasta in azione durante lo smontaggio delle altre.




L’ ultima cattura è sempre emozionante.


domenica 19 aprile 2015

Mitchell 308 Service - 1969 Vintage Reel

Durante un rimessaggio per censire la minuteria di pesca mi sono ricordato di alcuni oggetti che avevo messo da parte per quando fossi stato pronto a metterci sopra le mani o meglio, a metterle nel grasso, gli oggetti in questione sono per me veramente speciali. Appena rivisti mi sono brillati gli occhi e chi mi conosce sa che amo tutto ciò che è vecchio o vintage partendo dai veicoli e finendo ai piccoli oggetti che qualcun altro non degnerebbe nemmeno del minimo interesse.




L’ oggettistica riscoperta è stata per me una manna dal cielo, mulinelli di ogni genere per ogni tipo di pesca dagli ottimi Abu Cardinal come il Cardinal 4 edizione limitata, particolarmente rara prodotta per soli 6 mesi con colorazione champagne ai leggendari Mitchell come il 308 dell’edizione Prince inglese risalenti alla fine degli anni ’60.







Per ora proprio sul Mitchell 308 ho voluto porre gli occhi soprattutto per la grandezza ed il peso particolarmente contenuti quindi perfetto per essere abbinato ad una canna di nuova concezione sempre del famoso marchio francese Mitchell, la Mag Pro Elite UL Spin da 2-6 gr, canna non del genere che amo essendo ultralite ma veramente divertente per quelle giornate di pesca nelle quali ci si vuole rilassare incannando persici e piccoli ciprinidi senza troppo impegno.




Prendendomi una oretta decido di smontare il mulinello ed incominciare la pulizia degli ingranaggi interni con il successivo ingrassaggio con grasso siliconico e rimontaggio dei componenti.
Per quanto possa sembrare difficile la parte più complicata è stata quella della pulizia delle parti interne in quanto il vecchio lubrificante si era rappreso formando delle vere e proprie incrostazioni che a mulinello fermo potevano anche proteggere la componentistica ma durante l’ utilizzo avrebbero creato non pochi problemi.






Dopo un bagno in una soluzione che avrebbe ammorbidito ed aiutato a togliere il grasso mi metto di buona lena con spazzolino e spugna per la pulizia completa.





Il risultato è migliore di quello che potevo pensare, le componenti sono tornate lustre e pronte per essere nuovamente imbevute in un bagno di grasso per renderle scorrevoli.




Dopo avere passato qualche minuto nel tentare di ricomporre la minuscola difficile sezione della leva dell’ anti ritorno riesco finalmente a dedicarmi agli altri componenti ed a chiudere finalmente il mulinello che, al primo giro di leva risulta tornato come nuovo.




Dopo che lo avrò montato sulla canna formerà un connubio perfetto tra antico e nuovo.

Queste antichità perfettamente conservate ed ancora ottimamente funzionanti da parte mia non verranno ne vendute ne riposte in un cassetto a prendere polvere, le rivitalizzerò tutte e le impiegherò per sessioni di pesca non troppo impegnative per il loro buon mantenimento come per una vettura d' epoca accendendo il motore e portandola a spasso in raduni durante il week-end.

lunedì 6 aprile 2015

Pesce D'Aprile

Parto con la speranza di non incrociare un pesce d’ aprile ma di passare una divertente giornata in fiume anche se il tempo non promette nulla di buono, le nuvole plumbee corrono veloci e sembra che da un momento all’ altro debbano scaricare tutta la loro rabbia sul terreno, la luna inoltre è visibile al 99% e sicuramente questo non aiuterà nella pesca che si preannuncia già difficile anche grazie alle raffiche di vento  che si alternano a momenti di calma.



Scatti in sequenza









Le lenze madri color verde scuro sono in tensione e si perdono nella torbidità dell’ acqua, le cime delle canne come quelle degli alberi si muovono convulsamente a causa del vento mentre i mulinelli con il baitrunner inserito sono pronti a stoppare fughe improvvise, fughe che, non vedrò in modo chiaro per l’ intera giornata in quanto il pesce con un fare svogliato spostava l’ esca col muso e mi faceva sussultare ad ogni falsa partenza.




Details 

Il vento che disturbava la cima delle canne non mi dava la possibilità di focalizzare in modo corretto le toccate che già di per loro erano scarse, l’ unico modo di cavare fuori qualcosa dall’ acqua era quello di fulminare il pesce nel momento in cui spostava l’ esca di pochi centimetri dal fondo.

Mi avvicino quindi ai grezzi scrutando attentamente il movimento della lenza e dei cimini riverniciati di un bianco acceso, selezionando il movimento causato dal vento da quello di una vera mangiata.





Appena ne sono certo chiudo manualmente la seconda frizione tirando una forte steccata e facendo entrare di conseguenza i primi dischi da combattimento in uso, l'amo Drennan Carbon Feeder taglia 8 non lascia scampo, qualcosa strattona a sua volta e prende qualche centimetro di filo, non gli lascio spazio e cerco di portarlo velocemente in superficie facendogli inalare grandi boccate d’aria per stordirlo. Qui si lascia fotografare ancora prima di arrivare a terra.

Risulta essere una brema in stato di frega con i tubercoli nuziali dal peso di 2.103 kg che, dopo alcune fotografie torna velocemente in acqua.

Come per la prima effettuo una sequenza della cattura in movimento













Pochi minuti dopo la scena si ripete, lievi toccate che stoppo con una ferrata precisa allamando il pesce in punta di labbra, anche lui una brema, visibilmente più grande che alla bilancia pesa 2.370 kg, 5 grammi in meno dell' esemplare di sabato scorso.






E’ un bell’ esemplare di un colore che gli permette la facile mimetizzazione nelle acque fangose, sul lato sinistro presenta delle ferite da abrasione probabilmente causate da una frega violenta.
Da questo punto in poi fino alla fine della giornata il movimento cessa.




Con due pesci dal peso complessivo di 4.473 kg posso ritenermi soddisfatto, sicuramente due pesci d’aprile graditissimi viste le condizioni difficili nelle quali la giornata versava.