sabato 17 settembre 2016

Incontri Notturni

Cala la notte, tutto diventa tranquillo.

Gli ultimi guizzi di luce sono i più importanti ed i più suggestivi.



Un amico effettua spettacolari evoluzioni nelle ultime ore prima che il buio discenda sulle acque, prima dell' inebriante tramontare del sole !





L ultimo dei canottieri è passato più di trenta minuti fa e le cicale hanno iniziato a cantare incitate nel cogliere gli ultimi raggi di luce. Un’ altra nottata ci aspetta a circa 6 metri dalla riva del fiume !

Sequenza del sole in calata









Le nostre esche sono posizionate a diversi metri da noi in diverse buche. Per trovare i posti più adatti c’è voluta un’ ora. Il fiume in rialzo porta con se alcuni detriti. I fili delle nostre canne sono posizionati strategicamente per fare in modo che i rami trasportati dalla corrente non si aggrappino ad essi causando inutili disguidi nell’ azione di pesca.






Come da consuetudine delle ultime uscite non abbiamo nemmeno il tempo di dare il primo morso al panino della nostra cena  che subito la nostra attenzione è distolta da un forte colpo nell’ acqua, come se qualcosa di piatto e lungo fosse caduto in acqua, come una spanciata. Un colpo di coda !





Non passano neanche una manciata di secondi che la canna posizionata nella buca più esterna si flette !

Balzo fulmineo in piedi mollando la suddetta cena in mano al mio compagno, cerco velocemente ma impacciatamente l’ apertura della zanzariera e con un guizzo arrivo davanti alla consolle, afferro la canna, chiudo la frizione e tutto in pochi secondi si risolve con due giri di manovella ed una poderosa ferrata.






Il pesce è allamato, dalla foga che ha nello sfuggire da la parvenza di essere forte e veramente grande. Ad un tratto dopo alcuni minuti di lotta dato il lungo tiraggio dell’ esca a circa 150 mt, sento che incomincia a mollare e  poco alla volta lo trascino fuori dalla corrente portandolo sotto
barca.




Anche se non si tratta di un titano il risultato è molto gradito ed anche se per tutta la restante nottata non abbiamo ulteriori mangiate siamo pienamente soddisfatti ! 



domenica 24 luglio 2016

Il Sogno Diventa Realtà

E’ stato molto tempo fa quando una bella giornata di maggio lungo il percorso asfaltato del naviglio di Milano inforcando la mia bicicletta al seguito di mio padre ci imbattemmo in un pescatore, che ai nostri occhi ci sembrò un vero professionista, egli, in tutta tranquillità pescando con una canna da bolognese, un leggero mono filo probabilmente dello 0.16 ed un semplice mulinello, con solo due manciate di bigattini, semplicemente appoggiato al parapetto di metallo, poco dopo un ponticello pescava tranquillamente carassi e carpe che saranno state tutte di circa 500 – 1000 grammi. Fu proprio quel giorno, che per la prima volta vidi il mio primo pesce siluro che con tutta franchezza ai miei occhi inesperti mi pareva una grossa salamandra.



Piacevole attesa mentre cala la notte






Ad occhio ed a ricordo avrà raggiunto il peso di 3 – 4  kg non di più. Dopo un vivace combattimento ed averlo portato a riva il signore col cappello di paglia in testa e la sigaretta ormai spenta in bocca lo guardò e lo gettò dall’ altra parte di una transenna di contenimento di alcuni lavori in corso giustificando che un pesce del genere poteva solo fare danni.





Dopo quel giorno mai avrei pensato di incominciare la caccia di quelle che ancora oggi considero dei pesci/salamandra, i nostri siluri d’europa ! Sottolineo bene caccia e non pesca in quanto a mio avviso lo scovare ed il portare tra le nostre braccia i siluri è tutto fuorchè pesca. La preparazione, il tempo, lo studio, la ricerca e la cattura di questi molossi è una vera caccia o di ricerca o di appostamento.



Riossigenazione



Bagno con il colosso


Ed è proprio qui che volevo arrivare. Perché come sempre al tempo attuale dopo le diverse fasi descritte nella frase soprastante una pesca notturna era da tempo in programma. Tutto era perfetto.



Pesa più di me !





Prendendo mezza giornata al lavoro un venerdì pomeriggio ci ritrovammo su di uno spiaggione del Po a calare alcune pietre a diversi profondità per sondare diversi strati d’acqua aspettando la notte.
E’ proprio quella notte che il primo vero Over è arrivato.





Montaggio completamente artigianale compreso il galleggiante sommerso intagliato, rifinito e stoppato a mano !





Gran testone !


Verso l’ una abbiamo una feroce partenza sulla pietra posizionata a 5,20 mt di fondale.




Capiamo subito che il pesce è veramente grosso, dopo averci disancorati seppur avendo 2 ancore, una di prua da 20 kg con annessi 3 mt di catena a maglia grande ed una di poppa da 12 kg, ed averci costretto a seguirlo per ben 700 mt prima di fermarlo, decidiamo di spiaggiare per una migliore e più serena gestione della parte finale combattimento.


Alla fine il siluro risulterà un maestoso 2.32 metri !





Esso incarna ed è il mio sogno che si avvera !


domenica 12 giugno 2016

Lo Spinning Che Da Soddisfazioni !

La giornata parte con le piogge.

Il meteo lo prevedeva ma si sa, non sempre le previsioni italiane l' azzeccano !

Come volevasi dimostrare verso le 11:00 il meteo migliora considerevolmente.



Noi siamo già fuori dalle 06:00, a dire il vero già troppo tardi. L' attività è considerevole ma probabilmente le esche proposte non sono più di tanto gradite.

Qualche smangiucchiata quà e là ma alla fine nulla di consistente.




Decidiamo di scendere in deriva per almeno 5/6 chilometri, lungo i quali grazie all' ausilio del motore elettrico ci fermiamo in alcune anse senza arrecare troppo disturbo ai predatori.





Qui intravediamo una mangianza che all' ultimo mi fa decidere di armare una canna molto leggera e di lanciare in mezzo alle cacciate con un terminale dello 0.30 ed un esca da bass. 
Pochi secondi nei quali l' esca tocca l' acqua ed è subito uno strike ! 


La montatura leggera ha resistito, ora non ci resta che combattere senza perdere la cattura !!!






Vertical Waller

Un Ringraziamento Speciale al Maestro Migliore che si possa Desiderare !



domenica 10 aprile 2016

In Rodaggio

Finalmente si arriva sul fiume. La boote è calata in acqua con una velocità fulminea, il ruggito del motore fourstroke mi fa capire che anche lui vuole fare la sua parte sprigionando parte dei cavalli per arrivare velocemente allo spot. La giornata è piacevole, il sole è già alto in questo aprile pazzo dove la pioggia arriva dal cielo solo in forma di sabbia sporcando ogni cosa di fango.




Le mie previsioni erano esatte, una piccola apertura delle paratie di isola ha fatto si che i sedimenti restati a decantare fuoriuscissero arrivando velocemente a valle, l’ acqua è, divertentemente e piacevolmente torbida.




Usciti dalla banchina ci apprestiamo a montare le canne in maniche di canottiera.
Tutto è pronto e si può partire.




Lo stazionamento sul luogo di pesca è una delle parti che più preferisco, l’ attenzione è massima, non bisogna sbagliare ne tantomeno fare rumore insospettendo i pesci. Tutto è fatto in maniera quasi maniacale. L’ eco segna le tracce. Decidiamo di posizionarci su di un banco di quelle che sembrano breme, il fondale fangoso è di circa 6 mt che defluisce con una buca di ghiaia di 9 mt.




Posizioniamo 4 canne, 2 a fondo e 2 a boa. L’ attesa non è molta, neanche una ventina di minuti ed abbiamo due lievi toccate. Impossibile ferrare, in 3 secondi le boe vanno sott acqua ma risalgono repentinamente. I grezzi sono rigorosamente tra le nostre mani. Ad un tratto una coda fusiforme esce dai turbinii della corrente producendo un fragoroso SPLAAAASH ! 




Capiamo subito che le canne da fondo taceranno, i pedatori cacciano in superficie, stringiamo quindi i denti e le chiappe tenendo strettamente il calcio dell’ attrezzatura tra le mani, è in quel momento che la boa sprofonda in acqua ! Lo sento chiaro e tondo, è all’ altro capo, ferro in un decimo di secondo mettendo in sicurezza l’ affilato amo nella placca ossea del mio avversario !





Un veloce combattimento determina il vincente, il pesce viene issato a bordo. Finiamo di scattare le fotografie di rito tenendo idratata la pelle della salamandra, che viene rimessa in acqua ed ossigenata. Appena sento che vuole raggiungere nuovamente i fondali torbidi del suo habitat apro le mani e la lascio dolcemente andare.




Anche i siluri che non sono over danno emozioni enormi !


domenica 20 marzo 2016

Ottime Pretese

Eggià, ultimamente con la voglia di qualche piccolo predatore mi reco come mia consuetudine all’ Idroscalo di Milano. 

Quest’ anno l’ incontro consueto con i “Tylwyth Teg” delle acque dolci invernali non è andato come preventivato. Con i tanti cambiamenti e sconvolgimenti nei quali sono dolcemente caduto negli ultimi periodo ho preferito perfezionarmi su prede ben più importanti in previsione della stagione futura. 

Naturalmente i risultati sono già arrivati ma di questo ne parleremo nei prossimi racconti.




Invece volevo spostarmi sul discorso sempre piccole catture nell’ ambiente del circondariato Milanese. Vorrei quasi esclamare a grande voce che finalmente ce l’ ho fatta. 

Comunque sia, stranamente non ho visto nemmeno un pesce. Se non qualche sagoma indistinta. Ombre sommerse che forse sono solo nella mia testa. 

Non c’è giorno, anzi ora nella quale non pensi alla pesca. Si sa, ormai è una malattia specifica. Probabilmente chi ama questo tipo di attività se lo porta dentro dai millenni passati nei quali l’ essere umano ha sempre pescato per ricercarsi il cibo. 

Ora non è più sinonimo di sussistenza ma comunque sia ci è rimasto dentro, od almeno, è rimasta ancora qualche traccia nei geni di alcuni di noi.

Detto questo le uscite effettuate sono state tutte a spinning. Artificiali grandi, piccoli, microscopici, gomme, hardbait e via dicendo. Nemmeno uno !

Comunque lo so, non ci sono solo i pesci. Per esempio, nelle ultime uscite sono riuscito ad imbattermi in qualcosa che credo sia molto raro. Un branco di nutrie albine. Sembravano confetti. Bellissime. Tranquille, pacate e pacifiche mi hanno fatto una  grande tenerezza. A mio avviso dovrebbero essere tutelate.




E vogliamo parlare delle simpatiche tartarughe ?




Detto questo ce l’ ho sempre avuta a “morte” contro quei cavedani che sguazzano all’ Idroscalo sulla superficie dell’ acqua facendosi beffa dei pescatori. Lancia che ti rilancia ti passano sempre sotto il naso senza degnare di uno sguardo nemmeno un’ esca. 






E di cavedani a spinning qualcuno ne ho preso. Ma non all’ Idro ! Mai ! Questa volta però mi sono rifatto, ne ho fregato uno proprio in quelle acque nelle quali non ci avrei mai creduto sui ciprinidi ! Nelle profondità, a circa 4 metri di fondale ! Con una delle mie esche preferite, color Chartreuse !!! Che goduria, finalmente t’ho beccato !