Il cielo è terso in questa giornata invernale, una leggera
brezza notturna spazza le nuvole mostrando la luna nella sua fase crescente. Se
i miei calcoli non sono errati i pesci dovrebbero essere in attività soprattutto
perché invogliati dalle piogge dei giorni scorsi.
Preparo quasi maniacalmente le montature il venerdì sera sulle potenti
Mitchell, la sveglia è prevista per le 5:15 del sabato, oltre
alla strada da fare con il mio trattore dovrò anche caricarmi l’ attrezzatura
in spalla e proseguire per 3-4 km a piedi su strade scoscese raggiungendo la
mia destinazione.
Arrivato al randez vous con il mio collega, del quale dovete
scusarmi ma vuole rimanere nell’ anonimato, ci dividiamo gli attrezzi ed
entriamo in pesca !
Sotto la superficie color caffelatte per via del fango
smosso dalle piogge capiamo subito che il movimento non manca intravedendo
qualche bollata. Quasi sembriamo in frenesia più noi dei pesci !
Ancora prima che il mio compagno possa dirmi che ha preparato le
esche io avevo già montato le canne, i mulinelli ed i puntali.
A questo punto si entra nel vivo della pesca, cerco il punto
magico dove adagiare sul fondo l’ inganno, prendo la mira, stabilizzo la canna
e lancio.
Continuo così finchè
la batteria di quattro canne non è puntata come dei missili SAM in attesa che
qualsiasi cosa passi nel loro raggio di azione.
Passano quasi 5-10 minuti e finalmente il puntale di un
grezzo incomincia a danzare.
Mi avvicino ma aspetto per essere sicuro che il
piombo sul fondo non si fosse stabilizzato per via della corrente muovendo l’
apicale. Prendo in mano il filo per avere maggiore sensibilità e mi accordo che
all’ altro capo della lenza c’è qualcosa che si muove, afferro la canna e ferro, sembra di
avere incagliato ma sono sicuro di quello che ho sentito tramite il filo,
recupero forzando di poco e stacco qualcosa dal fondale.
A questo punto qualunque cosa sia incomincia a muoversi e,
pur avendo un grezzo da 180 gr da surf casting non riesco ad impedire alla
creatura di gironzolare dove desidera. Cerco di non forzare troppo e dopo una decina di minuti il mio compare mi dice
“diamine non devi perderlo ma anche se accadesse dobbiamo vedere almeno che diavolo è
!!!”.
Sicuramente da come si muove è un comportamento anomalo per
un barbo che per giusta dovrebbe essere di almeno 6-7 kg, forse una carpa ma
stranamente non ha preso la tangenziale come farebbe un ciprinide. Penso subito
ad un siluro tra i 5 ed i 10 kg ma avendo già avuto esperienze pregresse in
merito il modo in cui agisce è diverso.
Dopo avermi fatto prendere qualche colpo dirigendosi tra i
massi di una prismata per almeno tre volte ed aver salvato in extremis il terminale dalle rocce taglienti sento che finalmente si sta spossando.
Il mio compagno, apre il guadino, rimasto appositamente
chiuso per scaramanzia, e si dirige su di un sasso dove potrà prendere la
preda con più facilità.
“Avvicinalo” mi dice, ma è più facile a dirsi che a farsi contando
che ancora non abbiamo visto cos’è.
Finalmente una pinna lunga, affusolata come una falce guizza
davanti ai miei occhi spruzzandomi d’ acqua. “E’ uno storione siberiano” esclamo
io, guardando il mio compagno che mi fissa a bocca aperta e mi dice incredulo“
uno storione ??? Qui ??? E pure siberiano ???”
Dopo altre due partenze spaventato alla vista della trappola
finalmente arriva a guadino non particolarmente stanco ma è talmente grosso che
non ci entra, dirigo allora il mio amico nelle operazioni di recupero, testa
del pesce nella rete e mano sulla coda, minuti interminabili ma finalmente è a
riva.
Ora posso avere tra le mani questo essere mistico, lo slamo e finalmente lo
ammiro affascinato, il suo colore grigio piombo mi rapisce, è un fascio di
muscoli con una forma affusolata caratteristica.
Species: Acipenser baerii (Common Name: Storione Siberiano - Siberian Sturgeon)
Family: Acipenseridae
Measure: Cm 94.6 - Inch 37,27
Weight: Kg. 7.833 - Lbs 17.430
Rod: Mitchell Privilege PRO - 30T Carbon - 140-180 gr
Reel: Abu Garcia Cardinal C 806
Line: Trabucco T-Force 0.40 mm
Terminal Line: JTM Proton 0.22 mm
Hook: Drennan Carbon Trebles - Barbed Size 10
Bait: Maggot
Ammirandolo comprendo la sua bellezza rimasta invariata da
milioni di anni, la sua forma ricorda i primitivi pesci ossei ed effettivamente
l’ ordine tassonomico del quale fa parte è quello degli Acipenseriformes che si
suddivide in due famiglie distinte, per l’ appunto gli Acipenseridae (storioni) ed i
Polyodontidae (pesci spatola) anch’ essi pesci dalle forme arcaiche.
Catturare un esemplare del genere allo stato brado in libera uscita su di un grande fiume senza essere costretto ad andare in una cava apposita dove questi draghi di piombo vengono importati è stata per me fino ad ora l' emozione più grande nell'ambito della pesca sportiva !
Dopo le foto di rito diventa l’ ora di riporlo nel suo
ambiente senza stancarlo ulteriormente. Lo appoggio in acqua e lo riossigeno in
corrente. Con due forti battiti di coda sparisce nelle acque torbide aiutato
dalla sua livrea plumbea mostrandomi di non essersi stremato eccessivamente.
Ci tengo a precisare che, nella classificazione IUCN dello
stato di conservazione questa specie risulta rara e ad alto rischio di
estinzione.
E' particolarmente importante quindi tutelarla in ogni modo rilasciando qualsiasi esemplare della famiglia Acipenseridae come faremmo con qualunque altra specie qualora lo si incappasse anche per caso !
IUCN (International Union for the Conservation of Nature)
Classificazione Lista Rossa IUCN
Neanche il tempo di riprendermi e la frizione di un’ altro
mulinello mi riporta alla realtà, riesco infatti a portare a guadino un
bellissimo esemplare di cavedano.
Squalius squalus - Cavedano
Con
queste due catture sicuramente più che gradite posso concludere la giornata
sapendo di essere riuscito a conquistare un’ esemplare di storione tanto raro
quanto inaspettato, felice di sapere che nei nostri fiumi esistono ancora
specie in via di estinzione che però con forza e tenacia resistono all’
inquinamento ed al bracconaggio incontrollato.
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