Durante l’ ultima uscita di pesca la luna presentava una
delle sue fasi intermedie, la gibbosa calante, ancora sto cercando di capire
nel dettaglio l’ influenza del nostro satellite sull’ attività delle specie
ittiche ma, fino ad ora ho avuto solo conferme delle fasi principali.
Di
sicuro, per quanto ho potuto
sperimentare con luna piena le uscite di pesca vanno “quasi” a vuoto o,
quantomeno, l’ attività è davvero scarsa.
Come ogni volta si parte dalla base al mattino presto e
durante il tragitto i paesaggi assumono forme e colori che oserei paragonare a
mondi alieni tanto sono carichi di colore e di silenzio.
Come da sospetti l’ attività è quasi inesistente, fatico a
cavare dalle buche d’acqua qualche persico reale.
Un albero caduto crivellato dai colpi di becco di un picchio.
Arrivato in una buca poco profonda mi accordo che il fondale
è di un colore nero scuro insolito, penso subito alle foglie marcescenti
depositate sul fondale ma piccoli sbuffi di fango mi fanno sorgere alcuni
dubbi. Sarà una buca con piccole sorgenti d’ acqua ? No impossibile, le colonne
di fango che risalgono dal fondale non sono continue ma anzi sembra quasi che
si spostino. Decido quindi di verificare la seconda opzione che mi è rimasta,
innesco un amo del n.10 ad occhiello della serie Drennan Wide Gape al filo
madre sul quale monto un piombino di 3 gr. Sull’ amo un pezzetto di un’ esca
siliconica tanto per dare colore e lancio in centro buca.
Gardon (Rutilus rutilus)
A contatto con l’
acqua, calando sul fondo l’ esca provoca il diradarsi a cerchio della macchia
scura e capisco che il tappeto nero altro non era che un branco di pesciolini
immobili ed indistinguibili grazie alla torbidità dell’ acqua.
Triotto (Rutilus aula)
Due colpetti di punta della canna e subito che le piccole
figure si avvicinano all’ esca. Altri due colpetti e riesco a catturare alcune
specie di misure insolite per le mie uscite. Dei piccoli ciprinidi che
identifico come breme, gardon e triotti.
Brema (Abramis brama)
Dopo aver deciso di effettuare l’ ultimo lancio all’ amo si
aggrappa un’ altro triotto ma, ancora prima di poterlo portare a riva una
figura più grande, un persico di medie dimensioni esce da sotto un ramo, scatta
in direzione del pesce allamato ed in un solo boccone lo manda nello stomaco,
ferro per la seconda volta cercando di catturare anche il persico ma purtroppo
riesce a fregarmi la piccola cattura ed a rintanarsi ancora sotto il ramo.
Gardon (Rutilus rutilus)
Anche le piccole catture vanno giustamente rilasciate.....
Lo so, è solo un persico e quello di prima era solo un
pesciolino ma quando mi fisso su una cosa la devo portare a compimento, d’
altronde mi ha rubato la preda precedente e mi devo vendicare, decido quindi di
montare un amo di misura più grande con un’ esca di consistenza maggiore ed a
rilanciare in prossimità del ramo. SBAM, la leggera canna si piega ed il
persico è a riva.
Dopo tutti gli innumerevoli lanci ed il casino che ho fatto
mi accorgo che un condomino del bosco si è affacciato alla finestra per capire
chi disturbava.
Nutria (Myocastor coypus)
Piccole soddisfazioni ma quando non si è sicuri di
andare in fiume con esche vive e pastura con il dubbio dell’ influenza della
luna sull’ attività dei pesci preferisco rifugiarmi nella pesca con esche artificiali,
gommini e testine piombate macinando chilometri e restando immerso nella
natura.
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