Come da consuetudine estiva ed invernale la partenza è alla
mattina presto, prima dell’ alba, anche se le condizioni meteo sono avverse
abbiamo le spesse cerate a proteggerci dall’ acqua, il fiume ci aspetta…
Le previsioni meteo davano temporali e piogge violente ma
contro ogni aspettativa abbiamo passato la giornata in maniche corte con il
sole che spuntava dalle nuvole ogni tanto ed una cappa di afa da fare invidia
ad una sauna turca.
Le acque del fiume erano basse influenzando il movimento delle
nostre prede, poche cacciate e movimento ridotto all’ essenziale, con una buona
batteria di canne posizionate in direzione dei punti più fondi e delle conche
create dalle correnti abbiamo sondato l’ intera zona cercando di animare l’
apatia dei pesci.
L’ interesse verso le esche è sconcertante così decido di
effettuare una passata a fondo con piombo leggero cercando di farlo rotolare sul
fondale, al passaggio di una barca riesco a scorgere grazie alle increspature
dell’ acqua una fossa a circa 5 metri di fondale, lancio verso il segnale datomi dalle onde, pochi secondi ed una mangiata decisa strattona la
canna con violenza, nei primi 10 secondi penso di avere incannato una vera
belva che però portata nel sotto riva in pochi minuti risulta essere un piccolo
siluretto.
La sua combattività è da 100 e lode.
Fotografie di rito e via di nuovo in acqua.
Theba pisana
Durante le ultime ore il movimento dei pesci si riduce
a poche bollate fino a scomparire del tutto, decidiamo quindi che è il momento
di smontare l' attrezzatura e tornare nelle nostre tane.
Senza la minima stanchezza e contenti di avere salpato almeno un
piccolo siluro ci avviamo verso casa sapendo che la vera belva è ancora la, in
quelle profonde acque, che ci aspetta.
Psyllobora vigintiduopunctata
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