Finalmente si parte, ore 02.30 am già in macchina, la notte è
lunga e le nuvole sono spesse come cemento.
Luci dei lampioni e della segnaletica stradale regalano effetti sfumati impossibili da osservare durante il giorno, l' Aurora Boreale è come se fosse qui.
Lo via risulta impegnativa ed
arrivare al luogo di pesca è faticoso, i 2-3 chilometri di sterrato abbinati ad
una trazione posteriore tedesca creano non pochi problemi, la spessa fanghiglia
cerca di fare slittare le ruote posteriori a vuoto, prima di percorrere il
sentiero sono serviti 500 metri fatti a piedi per capire anche se marginalmente
le condizioni della strada.
Coffee Break
Nel bosco selvaggio senza lampioni la notte è buia
pesta. Al passaggio della vettura “stormi” di lepri si dileguano uscendo a
grandi balzi dai folti rovi, il barbagianni canta con una monotonia quasi
ossessiva mentre alcuni fagiani corrono come raptor davanti all’ auto. Ad un
tratto ancora in movimento il posteriore si infossa, sono gli ultimi 50 metri,
con la prima inserita cerco di uscire dalla trappola sfruttando l’ abbrivio, la
vettura scoda, controsterzo, trovo il grip, l’ auto è fuori dai guai,
parcheggio.
L’ acqua alta come previsto ha raggiunto
la mia postazione di pesca quindi resto indietro posizionando tre canne a fondo.
Passano le ore e nemmeno una boccata, poche cacciate di aspi
in superficie verso le 5:00, mi attrezzo con lo spinning, ma nessun segno di
interesse, sembra che l’ acqua sporca che scorre veloce verso valle non voglia
aiutare i pesci nella caccia.
Alle 7:00 con luce piena decidiamo di spostarci, smontiamo e
ci prepariamo con cuore in gola a rifare l’ intero percorso sterrato con il
timore di impantanarci.
Per girare la vettura manovre da delirio, due veloci e
millimetriche sgasate nel fango giocando di frizione, sembra di essere all’
edizione di cross, la vettura scoda fregandosene della direzione che le imprimo
ma finalmente passiamo gli ostacoli ed usciamo dall’ inghippo in poco tempo.
Alla nuova postazione l’acqua sembra migliore, montiamo
quattro canne e lanciamo in filo di corrente. Poche toccate ma ad un certo
punto una delle cime si inarca, sono a fianco della canna, mi inarco anche io
verso il fiume per capire meglio quello che accade. La frizione parte come una
sirena, prendo la canna ferro e c’è, un veloce combattimento di una manciata di
minuti ed è a terra.
Io ed il mio collega siamo immersi nel fango ma riusciamo ad
issarlo a terra senza impantanarci, un po come la macchina, è un piccolo
siluretto ma molto gradito.
La potenza sprigionata da questo esemplare rapportata al suo peso è stata pazzesca. Un fascio di muscoli con incredibile resistenza nella lotta.
Species: Silurus glanis (Common Name: Siluro - Wels Catfish)
Family: Siluridae
Particolare pinna dorsale
particolare del muso
I baffi lunghi sondano quello che hanno davanti mentre la
livrea di questo torpedo è come sempre spettacolare.
Veloci fotografie e poi lo adagio in acqua, una scodata ed è
di nuovo sul fondale sperando di rivederlo presto magari un pò cresciuto.
La giornata non poteva finire meglio, il viaggio di
ritorno è sereno, ci fermiamo a lavare la vettura pensando ed organizzando la prossima uscita
!
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