Anche per me è arrivata l’ apertura della pesca alla trota, anche
se di due mesi in ritardo, purtroppo non ancora in un torrente di montagna ma le catture effettuate sono state certamente
sorprendenti e gradite.
L’ azione di pesca ha visto l’ utilizzo delle camole del
miele puntate con uno o due bigattini come esca principale, lanciando a filo
della corrente con piombi da 50/60 grammi. In questa giornata plumbea e ventosa
le abboccate non si sono fatte attendere.
Anche se trote iridee probabilmente rilasciate durante le
semine sono state catture interessanti e sicuramente molto più combattive degli
esemplari rilasciati in acque ferme. Le fughe erano repentine, le puntate verso
il fondo sfuggenti ed i salti che effettuavano spettacolari colorando gli
spruzzi d’acqua con le loro livree arcobaleno.
Tentando di portarla a guadino la più grossa è riuscita a
sfuggire dalla rete per ben due volte svelandosi un’ avversario di tutto
rispetto e facendomi credere di averla persa più d’una volta.
A sole alto nascosto dalle nuvole nel momento più caldo
della giornata il fiume ha deciso di regalarmi una vibrazione sulla canna, diversa
da quella dei salmonidi. Un bellissimo esemplare di cavedano viene strappato
dalle acque scure grazie al terminale dello 0.18 utilizzato e dall’ amo Drennan
Wide Gape taglia 6 con occhiello.
Pochi secondi prima di smontare un altro esemplare di iridea
decide di provare le mie esche e di finire allamata, come sempre il pesce cade
sull’ ultima canna rimasta in azione durante lo smontaggio delle altre.
L’ ultima cattura è sempre emozionante.
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