Passata l’ influenza e dopo una convalescenza durata pochi
giorni per via di una piccola operazione l’ impazienza di pescare è molta. Le
mie attenzioni ricadono sulla ricerca di un pesce che non mi ha mai attirato
particolarmente ma che ora voglio insidiare a modo mio senza l' ausilio di tutte le
attrezzature specifiche o quelle esche diaboliche come le boilies ai gusti
esotici o con abbinamenti da ristorante che si trovano sul mercato per questo genere di pesca.
Solo montature preparate a casa, canne potenti e mulinelli dalle buone qualità. L’ importanza come sempre è il non sottovalutare l’ avversario per non mettere a repentaglio la cattura e soprattutto per non lasciare in bocca al pesce un bel piercing che potrebbe comprometterne la salute.
Solo montature preparate a casa, canne potenti e mulinelli dalle buone qualità. L’ importanza come sempre è il non sottovalutare l’ avversario per non mettere a repentaglio la cattura e soprattutto per non lasciare in bocca al pesce un bel piercing che potrebbe comprometterne la salute.
L'esemplare che sto ricercando è la carpa regina o chiamata anche carpa comune.
Resto allibito dalle tante bocche esaltate che sparano solo
fiato secondo le quali una bella od eccezionale cattura è fatta solo se
rapportata ad attrezzature sottodimensionate come terminali dello 0.10 o
simili. E’ come andare ad una battuta di caccia di un’ elefante con la carabina
ad aria compressa....
Ma preferisco restare fuori dagli schemi mentali di certi
personaggi come è nella mia natura.
Per quanto riguarda le esche ricado sulla scelta di quelle
che amo di più, naturali, soffici per l’ apparato boccale della preda ed
estremamente attiranti. Naturalmente parlo di un bel fiocchetto formato da
camole ed un segmento di lombrico come esaltatore di sapidità e di colore.
Preparata l’ attrezzatura l’ unica cosa che rimane da fare
il giorno della sveglia è mettere in pratica lo studio effettuato nei giorni
precedenti.
La prima ora passata sul fiume trascorre senza risultati ma
ad un certo punto la canna riceve un sussulto. Mi avvicino per avere maggiore visibilità di ciò che succede, il
filo inizialmente in tensione entra in bando così decido di ferrare sentendo subito
una forte trazione proveniente dall'altro capo.
Una fuga repentina ed inconfondibile mi
fa sussultare, taro la frizione al momento ma come mio solito preferisco
modularla nel mentre del combattimento trattenendo la bobina con le dita della mano e rischiando di amputarmi una falange.
Species:
Cyprinus carpio (Common Name: Carpa Comune o Regina – Common Carp)
Family:
Cyprinidae
Measure:
Cm 86 - Inch 33.88
Weight:
Kg 10.06 - Lb 22.18
Rod:
Mitchell Privilege PRO – 30T Carbon – 140-180 gr
Reel:
Abu Cardinal C 806
Line:
Trabucco TForce 0.40 mm
Terminal
Line: JTM Proton 0.25 mm
Hook:
Drennan Wide Gape Specialist size 6
Bait: Waxworm + Worm
Lascio correre il mio avversario che mi
da filo da torcere entrando in corrente, è peggio di un velocista, le
accelerazioni che sprigiona sono repentine e fulminee perfette per fare saltare
un’ attrezzatura impreparata.
Continuo a ripetermi che la parte difficile, quella di
fregare il pesce in furbizia è stata portata a termine. La carpa infatti è conosciuta oltre che per la resistenza
che oppone alla cattura anche per la sua estrema diffidenza. Se durante la
ricerca del cibo davanti all’ esca sente anche la minima presenza dell’ amo o
del filo può decidere in una frazione di secondo di non toccare il cibo od
addirittura di sputarlo senza allamarsi.
Dopo qualche minuto finalmente la corsa si arresta ed il
pesce tende a risalire verso la superficie. E' lontano ed ancora non lo vedo bene, distinguo solo
delle larghe pinne colore rosso, so di averla presa ma finchè non la vedo non
mi pronuncio sul verdetto.
Appena la porto sottoriva non sto più nella pelle, ho
trovato quello che cercavo, una bellissima regina di fiume, una carpa comune.
L' oro del fiume.
Prima di entrare a guadino, spaventata, riesce a trovare
nuove energie e mi regala altre due partenze che assecondo dolcemente senza
farle prendere troppe speranze.
Alla fine entra nella rete senza tante storie, la isso
a terra e finalmente posso fotografarla per aggiungerla alla mia collezione.
La livrea è lucida ed abbina il
colore oro alle pinne sfumate di arancione. Le scaglie mi impressionano,
la pinna caudale è enorme e muscolosa ma ciò che mi fa più effetto è stata la
strenua resistenza che ha opposto per portarla a riva.
La maneggio con cura senza schiacciarle l’ addome per non rischiare di danneggiarle le costole o gli organi interni, la tengo bassa a terra per impedire che mentre
si agiti possa cadere come è importante fare con qualsiasi altro pesce.
Alla
fine l' adagio dolcemente in acqua. Nemmeno ha bisogno di riossigenzazione, mi scivola dalle mani, impaziente di tornare nel suo ambiente naturale.
Anche questo pesce risulta vulnerabile dalla
classificazione IUCN. La carpa infatti è considerata a rischio d’ estinzione in
natura.
IUCN (International Union for the Conservation of Nature)
Classificazione lista rossa IUCN
Avere catturato un tale esemplare in fiume e non in carpodromo
canale o lago senza l’ ausilio di segnalatori acustici, canne specifiche e
qunt' altro richiesto dal carpfishing è stata per me una esperienza bellissima perché ricercata e pescata nel suo vero ambienta naturale, in fiume e soprattutto in
corrente dove può sviluppare la sua muscolatura ed essere ancora più
impegnativa da portare a terra.
Alla fine a distanza di venti minuti a conferma delle montature corrette che avevo
preparato catturo un’ altra carpa, più piccola ma non meno divertente.
Le
trovo il muso deformato probabilmente da una ferita o da un problema genetico
ma nel complesso è estremamente in salute.
Anche lei, come la sua compagna, dopo le fotografie, impaziente, torna con
potenti pinnate nel suo ambiente naturale.
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